È arrivato quel momento dell’anno… le previsioni di Namirial per il 2026!

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CEO at Namirial

Introduzione 

Nel 2026, la fiducia digitale non sarà più solo un supporto alla trasformazione digitale, ma il fondamento su cui essa si costruisce. Identità, firme elettroniche, pagamenti, processi automatizzati dall’intelligenza artificiale e conformità normativa si integreranno in un ecosistema di fiducia unificato, determinando il funzionamento di economie, istituzioni e aziende a livello globale. 

L’Europa sta dettando il ritmo con eIDAS 2.0 e il Wallet Europeo di Identità Digitale, mentre nuove minacce come le frodi basate su AI generativa e i rischi post-quantum stanno ridefinendo gli standard di sicurezza. Allo stesso tempo, aziende e cittadini richiedono esperienze digitali più semplici, veloci e intuitive. La fiducia deve ora essere più solida e, allo stesso tempo, invisibile. 

Previsioni 

Le dodici previsioni che seguono delineano il modo in cui, secondo noi di Namirial, questa trasformazione si svilupperà nel corso del 2026, dai wallet alle piattaforme; dagli agenti AI alla sovranità digitale. Complessivamente, tali elementi rappresentano la prossima evoluzione della fiducia digitale: da un insieme di servizi regolamentati a un’infrastruttura strategica per crescita, resilienza e interoperabilità. 

1. I wallet diventano la porta d’ingresso digitale 

Entro il 2026, i wallet di identità digitale passeranno dai progetti pilota a implementazioni su larga scala. L’European Digital Identity Wallet (EUDI) diventerà per cittadini e imprese il punto di accesso predefinito a servizi pubblici, istituti finanziari, sanità e servizi privati regolamentati. 

Addio login frammentati, caricamenti di documenti e verifiche ripetute: gli utenti beneficeranno di un’esperienza che nasce nel wallet e che integra identificazione, autenticazione e firma. 

Questo cambiamento sarà guidato dalle scadenze di eIDAS 2.0, dalla convergenza PSD3/PSR e dalla crescente necessità di interazioni digitali transfrontaliere. Oltre l’Europa, l’“Effetto Bruxelles” favorirà l’adozione di modelli di identità basati su wallet in America Latina e in altre regioni che sono alla ricerca di framework interoperabili di fiducia. I wallet diventeranno l’interfaccia primaria attraverso cui si esercita la fiducia online. 

2. Dai documenti alle attestazioni dei dati 

Il tradizionale modello di firma di documenti PDF statici lascerà il posto a un nuovo paradigma: l’attestazione di dati, eventi, credenziali e transazioni. Nel 2026, la fiducia opererà sempre più a livello dei dati, non dei documenti. Le firme elettroniche evolveranno in attestazioni di dati interoperabili, in grado di certificare dataset, chiamate API, segnali IoT ed eventi generati da macchine. 

Questa trasformazione abilita la fiducia machine-to-machine su larga scala e consente verifiche in tempo reale in ambiti come finanza, mobilità, HR, assicurazioni, reporting ESG e supply chain. Le credenziali verificabili basate su wallet e gli attributi elettronici qualificati (QEAA/EAA) diventeranno il nuovo “linguaggio della fiducia”, permettendo disclosure selettiva, automazione e validazione istantanea senza scambio di interi documenti. 

3. L’era della consolidazione delle piattaforme di fiducia 

Entro il 2026, il mercato dei Qualified Trust Service Provider (QTSP) subirà un forte consolidamento. La pressione normativa derivante da NIS2, DORA, CRA e dalla preparazione post-quantum renderà sempre più difficile la sopravvivenza dei piccoli provider nazionali. L’Europa passerà da centinaia di QTSP a un gruppo ristretto di piattaforme di fiducia paneuropee. 

Parallelamente, la domanda di mercato si sposterà dai componenti isolati, come firme stand-alone o controlli di identità, verso piattaforme integrate end-to-end. Imprese e governi non vorranno più prodotti singoli: cercheranno processi completamente verificati. I provider in grado di combinare identità, firme, deleghe, onboarding, fatturazione, archiviazione, consegna e pagamenti in piattaforme unificate emergeranno come i nuovi sistemi operativi della fiducia digitale. 

4. Gli agenti AI richiedono identità verificabili 

Nel 2026, l’AI smetterà di essere uno strumento di supporto e diventerà il layer operativo delle imprese. Gli agenti AI leggeranno documenti, verificheranno identità, attiveranno workflow, riconcilieranno fatture, gestiranno deleghe ed eseguiranno transazioni. 

Questo crea una sfida fondamentale: non basta più provare chi è l’umano, ma anche quale agente AI agisce, con quale mandato e con quali limiti. I wallet di identità digitale diventeranno l’infrastruttura naturale per gestire questa convergenza, memorizzando identità umane e degli agenti, autorità delegate e controlli di revoca. I QTSP assumeranno sempre più il ruolo di notai dell’era AI, abilitando identità qualificate delle macchine e azioni degli agenti tracciabili. La fiducia passerà dall’autenticazione umana a un modello che lega in modo sicuro umani, macchine e transazioni. 

5. Il Business Wallet diventa il sistema operativo dell’impresa 

Entro il 2026, il Business Wallet emergerà come punto di controllo centrale della fiducia aziendale. Le imprese abbandoneranno decine di piattaforme scollegate e gestiranno identità, deleghe, licenze, onboarding, firme, fatturazione, procurement e pagamenti in un unico ambiente affidabile. 

Gli Stati Membri pionieri lanceranno European Business Wallet completi, abilitando operazioni transfrontaliere con certezza legale. Per le imprese, questo significa onboarding più rapido, compliance semplificata e visibilità in tempo reale su chi è autorizzato ad agire per conto dell’organizzazione. Chi controllerà il Business Wallet controllerà la relazione con l’impresa e, sempre più, il mercato. 

6. La sicurezza si rafforza mentre gli attriti scompaiono 

L’aumento delle frodi basate su AI generativa e dei deepfake imporrà un rafforzamento significativo della verifica dell’identità entro il 2026. L’onboarding ad alta affidabilità richiederà sempre più la verifica biometrica, il rilevamento avanzato di vitalità e la validazione ibrida on-device + server-side, in linea con gli standard ETSI come TS 119 461. 

Allo stesso tempo, l’attrito per l’utente diminuirà drasticamente. Passkey, autenticazione nativa del wallet e flussi biometrici renderanno l’elevata sicurezza quasi invisibile per gli utenti. Il paradosso del 2026 è che la sicurezza sarà più rigorosa mentre l’esperienza utente sarà più fluida. I provider che non sapranno bilanciare queste due forze resteranno rapidamente indietro. 

7. Il post-quantum passa dalla teoria alla pratica 

La crittografia post-quantum entrerà nella realtà operativa nel 2026. Pubbliche amministrazioni, banche e organizzazioni sanitarie inizieranno ad adottare sistemi PQ-ready, mentre le gare richiederanno certificati ibridi e agilità crittografica. La transizione sarà graduale, ma decisa. 

Parallelamente, le organizzazioni affronteranno una crescente complessità di gestione crittografica: durata più breve dei certificati, inventari di chiavi in espansione e rischio quantistico renderanno insostenibili gli asset “invisibili”. I provider di fiducia avranno un ruolo centrale nel garantire tracciabilità, rotazioni sicure, validazione a lungo termine e compliance, gettando le basi per un’infrastruttura di fiducia resiliente post-quantum. 

8. I dati di compliance diventano carburante per l’automazione 

Entro il 2026, fatturazione elettronica, reporting fiscale in tempo reale e disclosure ESG smetteranno di essere obblighi statici e diventeranno fonti dinamiche di dati per l’automazione. Le fatture elettroniche agiranno come sensori finanziari in tempo reale, alimentando riconciliazione, forecasting, rilevamento anomalie e valutazione del rischio basati su AI. 

Allo stesso modo, il reporting ESG supererà i PDF narrativi. Dati verificabili, metriche IoT firmate, attestazioni della supply chain, passaporti digitali dei prodotti e credenziali basate su wallet, diventeranno la prova credibile di sostenibilità. I dati non verificabili saranno sempre più irrilevanti. 

9. L’esperienza diventa il nuovo fattore distintivo della fiducia 

Nel 2026, il campo competitivo si sposterà decisamente sull’esperienza utente. Non saranno premiati algoritmi biometrici più potenti o stack di compliance complessi, ma soluzioni che riducono l’attrito. Imprese e consumatori favoriranno servizi di fiducia rapidi, intuitivi e invisibili. 

L’onboarding in meno di 60 secondi diventerà il benchmark per B2C e B2B. Conversione, soddisfazione e adozione dipenderanno sempre più da quanto la fiducia sarà integrata in modo fluido nei workflow. La fiducia digitale non sarà più uno strato di sicurezza: sarà un’esperienza di semplicità. 

10. La fiducia digitale diventa infrastruttura strategica 

Entro il 2026, la fiducia digitale sarà riconosciuta come infrastruttura geopolitica ed economica centrale. I policymaker europei e le imprese ridurranno progressivamente la dipendenza da provider non UE per motivi di sovranità, allineamento normativo e governance dei dati. 

La fiducia digitale diventerà un pilastro del commercio internazionale. Contratti transfrontalieri, procurement, dogane e compliance si baseranno su identità digitali e servizi di fiducia mutuamente riconosciuti. I QTSP evolveranno da provider tecnici ad abilitatori strategici di sovranità, interoperabilità e cooperazione digitale globale. 

11. KYC e AML evolvono in processi modulari, basati sul rischio e wallet-aware 

Entro il 2026, il KYC dovrà superare le checklist normative per diventare un layer di orchestrazione tra diversi casi d’uso di onboarding, profili di rischio e metodi di identificazione. Nessun modello unico sarà adatto a tutti gli scenari: retail, PMI, corporate e onboarding transfrontaliero richiederanno combinazioni diverse di controlli e livelli di garanzia. 

I wallet di identità digitale diventeranno input fondamentali, consentendo il riuso di attributi verificati, ma coesisteranno con sistemi eID nazionali, documenti, biometria e segnali di rischio continui. La compliance efficace dipenderà da un orchestratore KYC capace di combinare e adattare dinamicamente questi flussi, trasformando il KYC da step statico a processo continuo e basato sul rischio. 

12. Pagamenti, identità digitale e SCA convergono in un’infrastruttura di fiducia 

Pagamenti, identità digitale e Strong Customer Authentication (SCA) convergeranno in un’infrastruttura di fiducia, anziché rimanere domini separati. L’evoluzione normativa — da PSD3/PSR ad AMLR ed eIDAS 2.0 — definisce la base, ma il vero cambiamento sarà guidato da architetture identity-first capaci di coordinare autenticazione, consenso e autorizzazione in diversi contesti di rischio.

In parallelo, iniziative come l’Euro Digitale e schemi di pagamento europei come EPI accelereranno questa convergenza, integrando identità ad alta garanzia nei flussi di pagamento. I wallet di identità digitale saranno componenti affidabili all’interno di questa architettura. La SCA diventerà contestuale e adattiva, e i pagamenti evolveranno in una funzione nativa della fiducia digitale. 

Conclusione

Guardando al 2026, la fiducia digitale non è più un optional: sta diventando l’infrastruttura che abiliterà interazioni sicure, fluide e scalabili tra settore pubblico e privato. Dai wallet di identità agli agenti AI, dalla crittografia post-quantum ai pagamenti basati sulla fiducia, il prossimo anno vedrà la fiducia integrata in ogni livello della vita digitale.

Le organizzazioni che abbracceranno presto questa evoluzione, non solo rispetteranno i requisiti normativi, ma otterranno un vantaggio strategico, trasformando la fiducia in fattore distintivo, leva di crescita e fondamento per economie digitali resilienti e interoperabili.


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